venerdì 28 settembre 2012

Lista della spesa per una buona zuppa di merda

di a.muffinshow
"Vanità delle vanità, tutto è vanità"
Qoèlet, 1, 2



(F. De Gregori - Cose)

In Via del Pratello tutti coltivano giardinetti zen nei loro baffi a manubrio.
Cani, iphone, tabaccosenzadditivi, zencircus, openstage, autocad, capitale, statosociale, sandaletti in fintapelle, mangiare semi di erbagatta, i rasta del cane, i rasta del couinquilino, il rasta che hai dietro la nuca, il vino a colazione, le canzoni che non hanno più senso ma che vengono cantate perché "si deve", la borsa di tela della Feltri, il celodurismo di sinistra del vogliomanonposso complessato nei confronti del cugino di casapound, i clarkopodi di trentadue anni ancora matricole perché sono "artisti", similfemministe e similesbiche, gay arroganti e pronti a gridare all'imparità, lettori di siddhartah che credono di avere scoperto il segreto di Dio - profeti del nulla, parrucchiere della domenica senza forbici -, giovani capi di sezioni giovanili di qualsiasi vecchio partito.
Cose, cose, cose.
Sono cose d'alternativo, stronzo, hai ragione. Ma sono uguali alle ville, alle villette, ai villini e ai tuguri dentro cui vivono quelli che nella vita credono di avere vinto ma che hanno perso come te. Alle loro macchine, alle vacanze, all'ufficio, all'ordine.
Coltiva te stesso nel bel giardino zen dei tuoi baffi, là in Via del Pratello.
Le zecche non arriveranno, non ti preoccupare.
Ogni mamma è bella per i suoi scarafaggi.
E di Guccini ce n'è stato uno solo, testa di cazzo.
Il '68 è passato, finito e fallito. Miseramente.
Anche a Bologna, la "rossa e..." fecale.


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