mercoledì 18 luglio 2012

PROMEMORIA PER UNO STUDENTE DI STORIA

di a.muffinshow

Si pensa che lo studio della Storia sia l'immagazzinamento mnemonico di un mucchio di cose già successe.
Lo si pensa soprattutto a un'ora dall'inizio di un esame.
Ma cosa ti ricordi, poi, di quei grumi di fatti condensati in poco più di duecento pagine? E delle quattro monografie che erano da fare sui vari Indici dei libri proibiti e sulle Inquisizioni? E della Censura? E dell'Opinione pubblica secondo Habermas? E della Crisi della coscienza Europea per Hazard (non per Rosco, ndr.)? E degli Idealtipi di Weber? E di 'sti cazzi?
Poco o nulla, siamo sinceri.
Non sai, ma sei convinto di avere capito una cosa: che la Storia (qualsiasi Storia) è il racconto di come il potere vince sempre. Che venga pure un Prodi qualunque (ché se suo fratello è un insaccato lui è parte del maiale da cui l'hanno fatto) a dirti che c'è bisogno di studiare i rapporti tra varie forze (sudditi-re, ad esempio) per capire il passato.
Il passato si comprende solo dai monumenti eretti per tutti gli eletti, figli di un dio servo del potere, sterminati dalla teppa al comando, ovunque e in qualunque tempo.
Il passato (come il futuro ma non come il presente) si può comprendere misurando la capacità del mondo di contenere il sangue delle minoranze.
Il passato è l'unico mezzo che abbiamo per comprendere quella che è stata la nostra "ginnastica d'obbedienza", la peste che ci ha portato ad essere così coglioni (e davvero!) "da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni".
A questo punto il futuro non può essere altro che un tentativo di rimediare alla nostra stronzaggine.
Tutto (anche la Storia che ci hanno rubato) è e deve essere di tutti.
Omnia sunt communia.

A.

p.s. ora vado a farmi inculare dal potente di turno

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